Fondandosi su una ricca e variegata documentazione scientifica, l’autore propone un punto di vista innovativo sull’apprendimento e sulla conoscenza. Come afferma, eventi quali “le dimenticanze, le distrazioni, le interruzioni o il riposo” sono erroneamente considerati in modo negativo per i loro possibili effetti sull’apprendimento. In relazione a ciò, l’autore scardina, infatti, quella che definisce la “concezione monacale” dell’apprendimento, intesa come una pratica di autodisciplina che deve essere svolta in isolamento, - proprio come nella cella di un monaco -, per sortire i migliori esiti.
In realtà, come Carey dimostra, tale concezione può determinare veri e propri effetti collaterali sui risultati scolastici o educativi che si ottengono, perché, come evidente da molti studi, incide negativamente dal punto di vista psicologico, generando nocivi effetti d’ansia. Per Carey, al fine di superare tali difficoltà e rendere l’apprendimento pienamente efficace, si dovrebbe superare tale visione e acquisirne una nuova, che può essere intesa, in realtà, come un vero e proprio stile di vita, indispensabile al fine di acquisire nozioni e abilità in modo ricco e completo.
Ecco alcune delle utili osservazioni di Carey riguardo alla mente e all’apprendimento:
1. dimenticare non è sempre una cosa negativa;
2. spezzare e distanziare il tempo di studio in giorni o settimane può incrementare la quantità di materiale memorizzato e appreso;
3. cambiare l’ambiente di apprendimento può rivelarsi positivo e può aiutare a potenziare meglio la memoria;
4. brevi pause, anche per una passeggiata o per visitare Internet, ad esempio, non necessariamente incidono negativamente sulla qualità dello studio, ma possono anzi migliorarla.
Per ulteriori consigli e per approfondire questi temi, vi rimando al volume stesso.
A presto e piacevolissimo sabato!:-)
Elena.
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