Le capacità teatrali del bravo traduttore...

Un caro saluto e un augurio di felice e prospero 2022!

Oggi vorrei parlarvi di traduzione e teatro: un interessante binomio. Proprio riguardo alla ricerca relativa ai più efficaci metodi di traduzione dal latino e dal greco, tra le diverse abilità che il buon traduttore deve possedere, si rivela fondamentale la “capacità di immedesimazione”, propensione perlopiù trascurata nella prassi didattica consueta e che, tuttavia, può rivelarsi determinante, proprio al fine di una piena comprensione del testo da tradurre.

Infatti, oltre a possedere solide conoscenze grammaticali e una buona formazione storico-culturale e letteraria, il traduttore dovrebbe anche essere dotato di una spiccata dose di intuizione ed immedesimazione, attitudini che contraddistinguono gli attori.

Come scrivono Marinella De Luca e Cinzia Montevecchi in un accurato testo di versioni di greco per il triennio: “In fondo la versione è un brevissimo testo teatrale: nello spazio di poche righe ci presenta una situazione con personaggi che agiscono o interagiscono tra di loro e per seguirli nelle loro azioni e nei loro discorsi è importante che chi traduce si cali nei loro panni, diventando, di volta in volta, un generale, un imperatore, una divinità, un eroe del mito, un filosofo o anche solo un uomo o una donna qualunque che però agiscono in quella determinata situazione e in quel determinato contesto.” (tratto da Eὐλογίᾳ, Greco per il triennio, M. De Luca, C. Montevecchi, Hoepli, 2009, pag. 24).

Questo tipo di sensibilità, che può trasformarsi, nelle sue forme più raffinate, in una vera e propria competenza, può essere sviluppata e “costruita”, per così dire, fin dalla più tenera età, attraverso la pratica della narrazione, dell’ascolto di fiabe, racconti, storie e, progressivamente, attraverso l’insegnamento dell’attività di lettura, dapprima da condividere, in momenti bellissimi, insieme ai genitori, fino a che essa non diventa, in modo del tutto naturale, esigenza e piacere irrinunciabile.

L’abitudine alla lettura e la passione per la narrazione e l’ascolto dei testi (quel piacere unico e insostituibile di sentirsi raccontare una storia, di leggerla e di condividerla con altri), può rappresentare davvero il fattore chiave per formare la capacità di leggere e comprendere i testi in tutta la loro ricchezza semantica, e, in seconda istanza, per forgiare, nel tempo, la capacità di tradurre i testi da una lingua ad un’altra.

Si tratta, in realtà, potremmo dire, di competenze tutte strettamente collegate tra loro: capacità di lettura, di ascolto, di comprensione di un testo, di riflessione su di esso e di immedesimazione in quanto si legge o si sente narrare o recitare.

L’educazione alla lettura, più in generale, dovrebbe essere promossa maggiormente, a mio avviso, anche se le iniziative portate avanti in questa direzione non mancano. Si pensi ai molti gruppi di lettura, ai laboratori, ai workshop, così come ai festival letterari, ai concorsi, organizzati da enti, librerie, da biblioteche e come dimostrano i molti corsi di teatro, di recitazione e di dizione, a cui ci si può iscrivere nei teatri delle principali città.

Per tradurre bene il latino e il greco, dunque, non si può non essere dei lettori e degli ascoltatori esperti, attenti, sensibili ed empatici, a mio avviso.

A prestissimo e ancora Buon Anno Nuovo! 💙

Elena

Consigli per consultare il dizionario di greco antico.

Bentornati e un cordiale saluto! 

Osservando ogni giorno i miei studenti alle prese con il dizionario, ho pensato che forse potrebbe essere utile riflettere insieme su come usare al meglio questo strumento di studio così importante e, al tempo stesso, non ben conosciuto e sfruttato a pieno in tutte le sue potenzialità. Mi ero già soffermata più volte, in verità, sull'uso del dizionario di latino in una serie di post precedenti, a cui vi rimando. In questo breve post, invece, vorrei fare qualche considerazione sul dizionario di greco.

A scuola, già a metà del primo anno di studi, quando ormai gli studenti sanno leggere discretamente il greco e padroneggiano le nozioni fondamentali di analisi logica, sarebbe auspicabile che venissero dedicate una serie di lezioni di metodo al corretto uso del vocabolario. Si tratterebbe di tempo davvero ben speso, a mio avviso. Aggiungo anche che la capacità di consultare in modo efficace e produttivo il vocabolario si costruisce nel corso del tempo, traducendo, leggendo e studiando molto.

Programmi educativi per la promozione del problem solving sociale e della prosocialità.

Buon pomeriggio a voi! 💗

Riprendo a scrivere e pubblicare dopo alcuni mesi di silenzio, nei quali sono stata impegnata in una serie di appassionanti studi di pedagogia. Proprio in relazione ad alcune ricerche e letture che ho svolto, vorrei accennare qui ad alcuni originali modelli didattici elaborati, nell’ambito degli studi psicologici e pedagogici, relativamente all’educazione al problem solving sociale, alla prosocialità e all’apprendimento delle cosiddette life skills

Riporto qui, innanzitutto, la definizione di "prosocialità", così come viene delineata in un documento ufficiale commissionato dall’Unione Europea: 

“Il termine prosocialità indica un concetto speculare di ciò che in psicologia viene definito 'comportamento prosociale', vale a dire un complesso di azioni di cui beneficiano altri, la società o un gruppo di personeLa prosocialità è caratterizzata da azioni di aiuto di cui il donatore non beneficia dei risultati. Un comportamento prosociale, perciò, può essere definito come una serie di azioni volontarie intese ad aiutare o beneficiare un altro individuo o un gruppo di persone senza alcuna aspettativa di ritorno in termini di benefici. (…) 

Il concetto di prosocialità descrive l’ipotesi teorica di questo sistema sociale di relazioni: 

quando un’azione non viene indirizzata verso un interesse personale ma per garantire un interesse generale
quando con questo atto un individuo è consapevole di trovarsi in un’area di rispetto delle regole (anche di quelle non scritte)
quando vengono accettate da tutti e quando garantiscono il benessere del gruppo sociale o della comunità di cui fa parte l’individuo

Azioni prosociali fatte senza aspettativa di alcuna ricompensa esterna possono essere definite nella lista provvisoria che segue: 
aiuto fisico e psicologico
condividere le emozioni degli altri (empatia); 
approccio meta-verbale verso i problemi degli altri per migliorare il senso di sicurezza; 
difendere gli altri da minacce
considerare ed apprezzare i punti di vista degli altri e le loro differenze;” 

(tratto da Prosociality Sport Club, Prosocialità per l’integrazione e l’educazione multiculturale. Manuale Prosociale Pedagogico Didattico, Lifelong Learning Program, PS CLUB - Prosociality Sport Club, Prosociality for Integration and Multiculturalism, COMENIUS-CMP Agreement n. 2011- 3565/001- 001, p. 6).

L'importanza delle dimenticanze e degli errori per l'apprendimento...

Argomenti e temi quali il funzionamento della mente, la memoria e l’apprendimento suscitano sempre molto interesse e, per la loro importanza, continuano ad essere oggetto di inesauribile indagine in molte tradizioni di ricerca scientifica. Benedict Carey, giornalista scientifico e inviato del New York Times, ha recentemente pubblicato il saggio How We Learn: The Surprising Truth about When, Where and Why It Happens ("Come Apprendiamo: La Sorprendente Verità riguardo al Quando, Dove e Come ciò accade"). Con un titolo che richiama le famose 5 W del giornalismo americano e la tradizionale chiarezza pragmatica anglosassone, in questo testo Carey, che da vent’anni si occupa di scienza, neurologia, psicologia cognitiva e psichiatria, sintetizza gli esiti più interessanti emersi nell’ambito degli studi sulla memoria e l’apprendimento, ribaltando molti luoghi comuni diffusi su di essi.