Alcune utili regole della grammatica italiana

Buongiorno! Eccomi nuovamente con qualche lezione dedicata alla grammatica italiana e, in particolare, all'analisi logica, così utile per padroneggiare al meglio la lingua italiana...

Dal volume di Analisi logica di Vittorio Tantucci (casa editrice Poseidonia, Bologna) riporto la descrizione/spiegazione di alcune basilari regole di analisi logica, appunto, relative al predicato nominale ed al complemento predicativo sia del soggetto che dell'oggetto. Ho constatato, infatti, che possono creare spesso un po' di difficoltà.
Spero possano esservi utili.

Un caro saluto e bellissime giornate!


Elena



Da pag. 13 dell'Analisi logica di Vittorio Tantucci, ed. Poseidonia, Bologna:


PREDICATO NOMINALE


Il predicato si dice nominale quando è formato da una voce del verbo "essere" in unione con un sostantivo o aggettivo (nome del predicato), che si riferiscono al soggetto e ne indicano una qualità o condizione; es.: l'Italia è una penisola. (in questo caso la voce del verbo "essere" non ha di per sé un senso compiuto e il sostantivo o l'aggettivo servono appunto a integrarne il significato.

Es.: l'acqua è: questa è una frase incompiuta; altro esempio:
l'acqua è pura: frase di senso compiuto. Tuttavia, in determinate circostanze, il verbo "essere" è un vero e proprio predicato verbale, in quanto ha senso interamente compiuto, senza bisogno di accompagnarsi a un sostantivo o aggettivo. Questo si verifica quando il verbo "essere" assume il significato di "esistere, stare, risiedere, appartenere, ecc.", un esempio: Dio è (= esiste); sono (= sto) in giardino; la casa è (= appartiene a) mio padre, ecc.)

IN LATINO


Il sostantivo o l'aggettivo (= nomi del predicato) vanno, come il soggetto cui si riferiscono, in caso nominativo. Se il predicato è un aggettivo, concorda col soggetto in forma completa, cioè in genere, numero e caso. Se è un nome, concorda sempre nel caso; nel genere e nel numero se è possibile. Es.: Italia est paenisula.


Il verbo "essere" in questi casi si chiama copula (= legame) perché serve da tràmite per unire il soggetto al nome del predicato.


Il nome del predicato, oltre ad essere costituito da un aggettivo o sostantivo, può essere formato da qualsiasi altra parte del discorso, usata in funzione di sostantivo (e quindi da un pronome, un participio, un verbo, un avverbio, ecc.) - Es.: il giovane era amante (partic.) dello studio - Vivere è soffrire (verbo) - La vita è così (avverbio). Sono tutti predicati nominali.


Verbi copulativi


Il pred. nominale, oltre che col verbo essere, si ha anche con un gruppo di verbi che da soli non esprimono un senso compiuto, ma hanno bisogno di un sostantivo o aggettivo che li accompagni perché il loro significato si completi. Essi sono detti copulativi, perché, come il verbo "essere", hanno funzione di "copula", cioè di legame tra il soggetto e il nome del predicato. I più comuni sono: divenire, sembrare, parere, riuscire... Es.: il padre non sembrava (= era) contento (pred. nom.) - questo virgulto diverrà (= sarà) un albero (pred. nom.) - questo esercizio riesce (= è) facile (pred. nom.)


COMPL. PREDICATIVO DEL SOGG./OGG.


Il compl. pred. è un aggettivo o sostantivo che grammaticalmente si riferisce al soggetto o al complemento oggetto, ma modifica o completa il senso del predicato verbale. Es.: Socrate fu povero (pred. nom.); Socrate morì (pred. verbale); Socrate morì povero ("morì" è predicato verbale e "povero" è complemento predicativo del soggetto, che si riferisce al soggetto e con esso concorda, ma modifica il senso del predicato verbale "morì")


COMPL. PREDIC. DEL SOGG.


Tale compl. è un aggettivo o sostantivo che grammaticalmente si riferisce al soggetto, ma logicamente modifica o completa il senso del predicato verbale (SI HA SOLO COL PREDICATO VERBALE).

Esso si ha:
1 - con una serie indefinibile di verbi, per lo più intransitivi o riflessivi, di senso compiuto, che ricevono dal compl. predicativo un aggiunta di significato. I più comuni sono: nascere, vivere, morire, partire, ritornare, rimanere, allontanarsi, ritrovarsi, ecc.

Es: il cacciatore torna trionfante (compl. predic. del sogg.)


2 - con una serie di verbi di forma passiva che si possono dividere in quattro gruppi:


a) verbi appellativi, come: essere chiamato, essere detto, essere dichiarato, essere soprannominato, ecc.

b) verbi elettivi, come: essere eletto, essere creato, essere nominato, ecc.
c) verbi estimativi, come: essere stimato, essere giudicato, essere ritenuto, essere reputato, ecc.
d) verbi effettivi, come: essere fatto, essere reso, essere ridotto, ecc.

IN LATINO


Il compl. predic. del sogg. va in nominativo. Se è un aggettivo concorda col soggetto in modo completo, cioè in genere, caso, numero. Se è un nome concorda sempre nel caso; nel genere e nel numero se è possibile.

Es.: Socrates iudicatur est sapiens (tr.: Socrate fu giudicato sapiente).

N.B.

Spesso il compl. predic. del sogg. è preceduto dalle preposizioni e locuzioni "a, da, in, come, quale, in conto di, in qualità di". Es.: tu fosti scelto come rappresentante - mia sorella fu chiamata in qualità di infermiera.

NOTA PRATICA


Attenzione a non confondere il pred. nominale col compl. predicativo del soggetto.

Ecco due esempi chiari:
il figlio è cieco (predicato nominale);
il figlio tornò cieco (compl. predic.del sogg.)

Nel primo esempio "cieco" esprime una condizione del soggetto, nel secondo modifica il senso del predicato verbale.


COMPL. PREDIC. DELL'OGGETTO


Tale compl. è un aggettivo o sostantivo che grammaticalmente si riferisce al complemento oggetto, ma logicamente modifica o completa il senso del predicato verbale (cioè del verbo transitivo che regge tale complemento oggetto).

Si ha con gli stessi verbi che al passivo reggono il compl. predic. del soggetto, e cioé:

a) verbi appellativi, come: chiamare, dire, dichiarare, soprannominare, ecc.

b) verbi elettivi, come: eleggere, creare, nominare, proclamare, scegliere, ecc.
c) verbi estimativi, come: stimare, giudicare, ritenere, reputare, credere, ecc.
d) verbi effettivi, come: fare, rendere, far diventare, ecc.

Es.: i romani soprannominarono Scipione l'Africano - l'occasione fa l'uomo ladro - l'arbitro proclama il pugile vincitore.


IN LATINO


Tale compl. va in caso accusativo. Se è un aggettivo concorda col complemento oggetto in modo completo, cioè in genere, caso, numero. Se è un sostantivo concorda sempre nel caso; nel genere e nel numero se è possibile.

Es.: oraculum iudicavit Socratem sapientem.

N.B.

Il compl. predic. dell'oggetto si ha, oltre che con i verbi sopra elencati, con tanti altri verbi non facilmente classificabili, e spesso, come il predicativo del soggetto, è preceduto dalle preposizioni e locuzioni "a, in, per, come, in qualità di, in conto di...".
Es.: la gioia ha per compagno il dolore - ti prendo come guida. IN LATINO tali preposizioni e locuzioni si sopprimono.

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