Perché studiare il latino e il greco?

Questa sera vorrei proporvi alcune interessanti riflessioni sul significato e l'utilità dello studio delle lingue greca e latina ancora ai nostri giorni.
Ho trovato, sul sito del Liceo classico Mancinelli di Velletri (in realtà, ora si trova qui), una sorta di decalogo di motivazioni o giuste cause per studiare e approfondire, ancora nel XXI secolo, tali discipline tanto complesse quanto affascinanti.

Se volete, potete aggiungere una vostra considerazione, oppure anche integrare l'elenco con altri punti e buoni motivi.

Kalispera!

"Perché si studiano il latino e il greco
a cura di Marco Palone, I C, Liceo Mancinelli, Velletri.

1. Motivazioni storico-culturali:
a) L'impero romano e la sua storia hanno profondamente influenzato il destino dell'Italia e dell'Europa. A tutt'oggi i resti del passato romano caratterizzano fortemente il volto delle città italiane e di molte città europee. La conoscenza del latino permette di conoscere direttamente la cultura dell'antica Roma. Direttamente, cioè analizzando la sua lingua, non basandosi acriticamente su ciò che qualcuno afferma su un libro;
b) La Magna Grecia è stata una parte significativa del mondo greco. Le rovine e i siti archeologici nel Sud Italia attirano turisti e studiosi da tutto il mondo. La conoscenza della lingua greca permette di conoscere direttamente la cultura greca (che è alla base della civiltà occidentale);


c) Lo studio della civiltà classica induce ad un continuo confronto con la civiltà moderna (anche per differenza: 'decolonizzazione del passato' cioè imparare ad osservare criticamente il passato per conoscere meglio la nostra
civiltà);

d) I monumenti ed i musei hanno senso solo se intorno ad essi vive una comunità che è in grado di spiegarne il valore ed il significato;
e) L'influenza delle lingue e delle culture classiche ha caratterizzato le tradizioni culturali europee. Nelle diverse letterature europee è infatti evidente l'apporto della civiltà classica (Shakespeare, Goethe, Racine, ecc.);
f) La tradizione culturale italiana (dall'Umanesimo fino all'ottocento incluso) è caratterizzata da un classicismo di fondo;
g) Il latino è stato (almeno fino al Seicento) la lingua franca dei dotti europei (dalla filosofia alla scienza);
h) Il latino è stato a lungo la lingua della chiesa cattolica;
i) Lo studio delle culture classiche permette di avere un panorama a vasto raggio su tutte le scienze umane (antropologia, sociologia, psicologia, ecc.);
j) La conoscenza della cultura classica (attraverso i testi) permette di scoprire mondi e sistemi di valori diversi con cui confrontarsi;
k) Lo studio delle letterature classiche permette di affrontare criticamente problemi che ancora oggi (sotto altre forme e condizioni) si presentano: rapporto intellettuale/potere; intellettuale/pubblico; il problema della funzione dell'intellettuale, i contrasti razziali, ecc.;

2. Motivazioni linguistiche:
a) Lo studio delle lingue classiche permette di conoscere criticamente, e non per interposta persona, un passato che appartiene all'identità europea e italiana;
b) Il latino, e soprattutto il greco, sono alla base del linguaggio scientifico internazionale (si tratta di lingue sintetiche);
c) Lo studio delle lingue classiche aiuta:
- ad ampliare il lessico della propria lingua;
- a riflettere sulla comunicazione linguistica;
d) Lo studio delle lingue classiche permette di rafforzare l'educazione linguistica degli studenti poiché insegna a capire come funziona una lingua (sistema linguistico concluso);
e) Lo studio delle lingue classiche abitua all'analisi della comunicazione linguistica (smontaggio e controllo dei meccanismi della comunicazione) e a vagliare criticamente le informazioni;
f) L'esercizio costante a comprendere e tradurre testi in latino e greco contribuisce alla formazione di un metodo di studio rigoroso;
g) L'abilità traduttiva garantisce l'abitudine al controllo del linguaggio, al dominio della complessità; ad operare confronti con modelli linguistici e culturali diversi, a cogliere e a rispettare la diversità, quindi a riferire il pensiero altrui senza deformarlo;
h) Lo studio delle lingue classiche permette di accedere direttamente ai testi della retorica classica. Ciò rende consapevoli gli studenti circa l'uso dei mezzi tecnici che consentono di manipolare il linguaggio e di persuadere. I meccanismi della persuasione sono tutt'oggi alla base del linguaggio pubblicitario, giornalistico e politico; La conoscenza di questi meccanismi permette la decodificazione e demistificazione della comunicazione;
i) La conoscenza della civiltà classica stimola a non appiattirsi sul presente, ma a vivere l'attualità intensamente proprio perché si conosce il proprio passato;
j) Il latino è all'origine delle lingue romanze e costituisce una via di accesso privilegiata per la conoscenza delle lingue e delle culture neolatine;
k) Il latino ed il greco sono anche presenti nel lessico delle lingue germaniche (inglese e tedesco; ad es. da manus = manuscript, manual, to manipulate);

Proposta aperta:
Lo studio delle lingue e delle civiltà classiche ha un valore formativo
intrinseco. E' bene finalizzare la scuola solo ed esclusivamente all'urgenza
e alle necessità del mondo del lavoro ? O la scuola deve anche formare
personalità complete, in grado di apprezzare un bel libro, di 'leggere' un
film, di comprendere e analizzare un'opera d'arte? Viviamo solo per
lavorare?

Un saluto

Marco Palone
Liceo classico "A. Mancinelli" - Velletri (Roma)".

7 commenti:

  1. Marco, hai perfettamente ragione; ho letto tutte le motivazioni per lo studio del latino e del greco, ed è inutile dire che le trovo giustissime. Del resto ho dedicato tutta la vita a questi studi.
    Non ti ricordi? Io e te ci siamo conosciuti al tempo del didaweb, da cui io sono uscito ormai da molti anni; continuo però a mantenere il mio sito, che ti invito a visitare, all'url http://www.bccmp.com/maros . In questi anni ho continuato la mia attività di ricerca, e pubblicato un'intera storia della letteratura latina, uscita a Napoli nel 2009 con l'editore Loffredo ed il titolo "Scientia Litterarum".
    Se non l'hai ancora vista, procuratene una copia!

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  2. Argute riflessioni... Concordo in tutto e per tutto!

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  3. studiare la cultura classica ti consente di aprire una finestra sul mondo e di vedere che il passato, il presente e il futuro s'incontrano in un unico amplesso di commozione cosmica davanti alle rovine del tempo.

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  4. io studio al liceo classico di casarano,in provincia di lecce.E' proprio vero quello che tu hai argomentato:studiare queste lingue cosiddette"morte" non è affatto una perdita di tempo...moltissime parole della nostra lingua hanno una radice greca. Esempio?anfiennumi significa "vestirsi" in greco e il suo tema verbale è "ves"...vestirsi appunto!Ed è così anche per molti nomi propri o per i medicinali...eugenio per esempio deriva dall'aggettivo greco eugenos,a,ov che vuol dire "nobile". per quanto riguarda il latino Primo Levi ha dovuto usare il latino per parlare con un prete russo che non conosceva nè il tedesco nè il polacco...e poi dicono che oggigiorno non servono queste due lingue!!!!

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  5. Ciao ragazzi! Sono Alberto, anch'io ho una formazione classica e adesso sto studiando Filosofia. Tutti gli studi umanistici hanno un'importanza fondamentale perchè ti EDUCANO e ti FORMANO come PERSONA, fanno crescere in te un forte aspetto critico ed uno analitico, che è proprio quello che serve soprattutto in un momento così delicato e di crisi della scuola italiana. Studiando e rielaborando criticamente i testi antichi se ne può ricavare un sapere sempre attuale, sempre utile alla nostra modernità, troppo impregnata di ignoranza presunzione e banalità. I Greci e i Latini devono essere nostri maestri.

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  6. Salve tutti:
    Io penso che la lingua latina dovrebbe essere la lingua commune per tutti gli europei, e dovrebbe essere imparata da molto piccolo alla scuola, con tre, quattro anni...
    Se volete pagine di latino, io ne ho più di 350 nel mio blog. Anche potrete imparare lo spagnolo, idioma hablado por más de cuatrocientos cincuenta millones de habitantes en el planeta. Saludos.

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  7. Mi sono appena laureato in Lettere, le puntualizzazioni che esprime questo articolo sono fondate ma il latino e il greco sono lingue che bisogna studiare con piacere, non sono assolutamente d'accordo, come è stato fatto in Italia, di insegnarle già a partire dalle scuole medie; i ragazzi che io ho seguito durante le mie ore di tirocinio sapevano la prima declinazione a memoria e non conoscevano il passato remoto in italiano.
    Per studiare queste lingue bisogna avere una mente matura, io le abolirei dalla scuola d'obbligo limitandone solo a qualche reminiscenza durante la svolgimento della didattica di materie umanistiche; le ore dedicate al latino nelle scuole medie le hanno tolte a materie fondamentale quali l'italiano stesso, la geografia e la storia; è vero che il mondo è sempre in evoluzione quindi anche la geografia e lo studio del territorio cambia; anche la storia, studiare dei processi, degli eventi storici, mi direte che il passato è passato, ma a questo punto se il passato...è passato? Perché continuare a studiare latino e greco? L'italiano è una lingua già di per sé difficile, con tante eccezioni e tantissime regole grammaticali e non si impara mai bene del tutto; ho visto i ragazzi che ho seguito abbastanza titubanti sulla coniugazione di un verbo, ho corretto errori di ortografia abbastanza elementari tra cui gli accenti.
    Il tempo dedicato alla lingua latina poi è stato tolto alla lettura, che fine hanno fatto i libri? L'ora di narrativa? Io sono della classe 1987 ricordo benissimo che l'ora di narrativa era sacra, proprio la mia docente era esigente, lei sosteneva che la teoria è la teoria, ma le regole che si studiano bisogna leggerle, carpire la struttura logica di una frase, poterla analizzare, capire i nessi (cosa che ho trovato utilissima quando ho studiato all'università una materia come Linguistica Generale, riprendendo i sintagmi e i diagrammi ad albero), ovviamente, dopo aver studiato la teoria, aver visto come vengono applicate queste regole tramite la narrativa, possiamo metterle in pratica in maniera corretta. A mio parere, io non mi definirei un bravo scrittore e sono anche del parere che colui che si definirebbe un bravo scrittore sia solo una persona presuntuosa; ho imparato col tempo come si scrive, solo grazie alla lettura e al mio incessante esercizio di scrittura. Le scuole hanno bisogno di mettere su dei veri e propri laboratori di scrittura e anche di riscrittura perché questi ultimi consentono di capire ciò che si è letto e di scriverlo nuovamente, es. utilizzando il passato remoto al posto del presente, riaccordando i tempi verbali per esercitare i ragazzi all'utilizzo corretto della consecutio temporum. Bisogna mettere da parte lo studio di queste lingue molto ricche di storia, di cultura e, soprattutto, di grammatica, sono troppo complesse e non è possibile farle capire a dei ragazzi di tenera età e neanche a degli adolescenti, bisogna studiarle in età matura e nutrendo piacere nello studiarle, non come se fossero delle catene al collo.
    Saluti :)

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